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Viaggio nel cile selvaggio

Viaggio nel Cile selvaggio. Episodio 5 – Chiedi alla polvere

È ben difficile, in geografia come in morale, capire il mondo senza uscire di casa propria – Voltaire

Lo sterminato paesaggio desertico del Cile inizia a intravedersi dalla tendina del nostro sedile.

Erano le 23 della sera prima quando abbiamo appoggiato le nostre chiappe impolverate sui sedili della semi-cama dell’Expreso Norte direzione Copiapò.

Il formicolio costante della gamba destra è arrivato fino al culo e non riesco a muovermi, ficco i pollicioni nel quadricipite ed inizio a massaggiarmi avanti e indietro con movimenti circolari mentre con il resto della mano alzo e appoggio la gamba, il nostro “ostello” su gomma è perfetto per risparmiare qualche pesos ma ti ammazza la circolazione.

Giusto il tempo di ristabilire il flusso sanguineo e l’autobus entra in stazione. è tempo di scendere, siamo a Copiapò.

Viaggio nel cile selvaggio

Viaggio nel Cile selvaggio. La regione di Atacama

Abbiamo scelto la città di Copiapò per esplorare un area delle Ande totalmente fuori dalle rotte turistiche principali. Esattamente 3 mesi prima di partire mentre stavamo definendo l’itinerario Giulia stava smanettando con google maps.

Le sue dita zoomano casualmente una piccola area nel centro del Cile dove non ci stava praticamente nulla.

Si chiamava Nevado 3 cruces. Indagando un pochino ci siamo imbattuti su alcune foto di salar e lagune di una bellezza allucinante che sembravano trovarsi proprio in quella zona.

Mi ricordo che ero perplesso e diffidente, mi chiedevo come fosse possibile che dei posti così incredibili non fossero famosi.

Sicuramente era una fregatura (Na Solaaaaa come si dice a Roma).

Giulia mi convinse!

E ora ci trovavamo qui, a Copiapò aspettando di incontrarci con Andrès la mattina seguente per passare 2 giorni a 4000mslm … non avevamo aspettative perché non conoscevamo la zona e non c’erano molte informazioni.

Ispezione della città

La città prende il nome dal fiume Copiapò, da qualche anno totalmente secco a causa delle poche piogge e della privatizzazione dell’acqua, una piaga per la popolazione cilena più povera.

In Cile si dà la precedenza alle piantagioni di paltas (avocado) rispetto ai bisogni della popolazione.

Per carità gli avocado qui sono buonissimi, ma per fare un avocado ci vogliono 68 litri di acqua e in più quasi tutti sono in mano a grandi agricoltori che esportano in Europa e Cina…

È desolante vedere un fiume secco, veramente desolante.

158.000 mila anime vivono qui, in questa zona ci sono varie miniere e dà li si estrae la ricchezza, oltre che dall’avocado.

Tutt’intorno il deserto che verso est lascia spazio alla cordillera.

Ci sediamo a plaza de armas sotto il sole, vari caffè fanno da cornice a questa piazza che accoglie un parco al suo interno, un signore alto e magrissimo sorseggia un bicchiere di vino tinto cileno e attacca bottone.

<<come mai siete a Copiapò?>> ci chiede un po’ sbalordito.

<<domani andiamo al Salar de Maricunga, lo conosci?>>

<<Mai sentito. Strano che siate qui. Aqui no hay nada para visitar>> e si tuffa sul suo piatto di patatine e uova.

Poco rassicurati lasciamo poco dopo il tavolino per andare in ostello.

Viaggio nel Cile selvaggio. Una miniera di Tesori

Andrès, Diego e Jovi sono le nostre guide per questi due giorni all’avventura.

Ci facciamo trovare fuori da “la puerta del sol”, il nostro ostello per la notte, e presto arrivano a prenderci con un folgorante pick up rosso fuoco.

Ci lasciamo alle spalle la città al suo risveglio e iniziamo pian piano a guadagnare altitudine.

Non ci sono tornanti solo una infinita strada che sale fiancheggiata da montagne senza vegetazione.

Dobbiamo acclimatarci prima di raggiungere gli altipiani ma per fortuna siamo ben abituati all’altitudine dopo l’ascesa al Cerro Toco.

Un antico villaggio di minatori si apre in una vallata a ricordo delle attività estrattive della zona prima di raggiungere le vette più ardite.

Per tantissimi km siamo gli unici sulla strada.

Qui il cellulare non va e si usano i satellitari, la strada finisce e lascia spazio a collinette di sabbia mista a sale di un giallo ocra, una nube di polvere si alza costante al nostro passaggio, davanti solo un vasto panorama con sullo sfondo il Nevado 3 Cruces che ci separa dall’Argentina.

Viaggio nel cile selvaggio

Viaggio nel Cile selvaggio. I Salares nascosti

Diego inizia a scalare le marce ed entra in prima fino a fermare il veicolo proprio su una collinetta. Scende dalla macchina e ci fa segno che è ok.

<< Aqui aparcamos (parcheggiamo) >>

Guardandoci intorno non vediamo lagune, solo una distesa di sabbia e sale che forma piccoli pinnacoli sul terreno che ricordano le costruzioni dei bambini sulla sabbia, hai presente quando prendi un pugno di sabbia bagnata e la fai gocciolare e si creano quelle specie di torrette? Ecco su quelle stiamo camminando.

Siamo a quasi 4000mslm e l’aria ci accarezza le guance, nonostante il sole che spacca le pietre non fa caldo.

Iniziamo ad addentrarci dentro al Salar, dopo dieci minuti di cammino macchie rosse, azzurre e verdi spuntano dalla terra, siamo alle lagune che “vivono” in questo salar.

La composizione della terra ricca di minerali fa si che ogni laguna sia di un colore differente.

Non ci sono animali che abitano questi specchi d’acqua data la concentrazione di sale, inoltre si tratta di conche di acqua “stagnante”, le lagune che danno vita ai salar infatti non si generano per l’afflusso di fiumi ma sgorgano dalle falde sotterranee che raggiungono la superficie fino a che non evaporano.

Viaggio nel Cile selvaggio. Las laguna colorillas

Ci sono veramente tante lagunette che saltano fuori da ogni angolo e poi c’è lei… la laguna celeste.

Il fondale bianco candido rende quest’acqua purissima e trasparente, come se qualcuno fosse andato ai caraibi e avesse strappato un rettangolino di atollo e lo avesse trasportato qui.

Non avevamo mai visto qualcosa del genere.

Incrocio lo sguardo con Giulia e senza dire nulla iniziamo a toglierci gli scarponi, la giacca e tutto quello che avevamo addosso… era il tempo di farsi un Tuffo 😉.

Somos Copiapolvinos

Vorremmo passare qui tutto il giorno ma non si può. Dal primo pomeriggio il clima cambia e il vento diventa insistente.

La tovaglia sembra impossessata e le raffiche d’aria rischiano di portarsi via anche i nostri panini, bisogna mangiare in fretta e proseguire verso altre vallate, è tempo di tornare nella polvere che domina questa zona.

Gli abitanti di Copiapò si autodefiniscono Copiapolvini, un gioco di parole che unisce Copiapò a Polvo (polvere in spagnolo), per ribadire la loro continua vita a contatto con la roccia, il deserto e la siccità.

Qua la gente non è tanto ricca, l’acqua è privata e gli alberi sono secchi.

Queste difficoltà giornaliere ci fanno pensare a questa popolazione come una sorta di eroi moderni.

In fondo siamo tutti sempre in conflitto con qualcosa, sia fame, acqua o un lavoro che non ci piace. Todos somos Copiapolvinos

Conclusione

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A presto e viva la vida!

 

Siamo Thomas e Giulia. A Febbraio 2021 abbiamo lasciato il lavoro per Viaggiare a lungo Termine. Il nostro obiettivo? Aiutarti a Viaggiare in maniera Autentica e Low Cost condividendo le nostre esperienze di Viaggio e i Trekking in Giro per Il Mondo. Da quando siamo partiti abbiamo iniziato a lavorare come Content Creator e Nomadi Digitali. Unisci alla Nostra Community!

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